Amore per gli animali e cattolicesimo

Pochi giorni sono passati da quando i maggiori quotidiani italiani hanno diffuso una notizia che può lasciare perplessi noi medici veterinari, ed il mondo animalista.
Nella parrocchia dedicata al Beato Pier Giorgio Frassati, il reverendo don Danilo Palumbo ha impedito al cane Pavel, mansueto Labrador Retriever chocolate, di presenziare alla cerimonia funebre del suo proprietario.
Il Beato Pier Giorgio Frassati, proclamato tale il 20 maggio 1990 da Papa Giovanni Paolo II, è stato definito da quest’ultimo “un alpinista tremendo” per il suo amore alla montagna ed alla natura in generale, ovviamente comprensiva degli animali.
Questa drastica ed irrevocabile decisione del prelato lascia quindi sconcertati gli amanti degli animali, noi, San Francesco e probabilmente anche il Beato stesso. Si potrebbe configurare infatti, in questo atteggiamento poco animalista, una forma velata di maltrattamento. Come ormai accertato i nostri animali sono esseri senzienti che possono provare non solo dolore fisico, ma anche ansia e malessere “psichico”.
Vale la pena ricordare che nella seconda parte del l’articolo 727 del Codice penale si legge che “Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”. Nel caso in esame il parroco ha detenuto l’animale fuori dalla chiesa, lontano dal padrone e dai familiari, causandogli una profonda sofferenza “psichica” da abbandono, per quanto transitoria.
Il Diritto Canonico non vieta, per quanto di nostra conoscenza, l’ingresso dei cani nelle chiese. Anzi vi sono giornate in cui per tradizione gli animali vengono benedetti. Quindi si invoca la discesa della “grazia” divina su di loro, creature di Dio.
I tempi sono sicuramente maturi perché anche la Chiesa cattolica, per definizione universale, abbracci tutti gli uomini, gli animali e le piante. Deve forse essere ricordato che nella Genesi - parte iniziale della Bibbia- Dio si compiace per la creazione e, benedicendo l’uomo, dice “Crescete e moltiplicatevi, e popolate la terra, ed assoggettatevela, e signoreggiate i pesci del mare e i volatili del cielo, e tutti gli animali che si muovono sulla terra”. L’affermazione divina non credo debba essere intesa come padronanza dell’uomo sul creato, ma come amorevole “gestore” dello stesso.
Prof. Ferdinando Meregaglia
Segretario Melefovet
Pubblicato da: segreteria AIVPA
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